Mirini Torpedo

Pp.Ghisetti







La parola tedesca Torpedo significa Siluro e identifica questa famiglia di mirini, caratteristica per la sua forma allungata, appunto a siluro o Torpedo. La denominazione ufficiale è quella di Mirino Universale, come si evince dalla scatola originale.
Questa linea di mirini, comprendente ben 15 versioni con complessive 20 varianti, si basa su un tubo di visione a telescopio invertito, con all’interno una maschera che delinea l’inquadratura relativa ad un determinato numero di focali, di solito 3, ma talvolta anche 4 e addirittura 5 nella versione VILLO. I torpedo possedevano un solo prisma all’interno per cui l’immagine era raddrizzata ma rovesciata lateralmente. Le ultime versioni possiedono anche una levetta per la correzione della parallasse. Per i mirini che possedevano la focale da 13,5cm esisteva anche la cornicetta tratteggiata, che indicava l’inquadratura sui 3 metri di distanza, correggendo così l’errore di parallasse.
Veniva conservato in una particolare borsetta, cod EUSOR.


Il fatto che all’interno dell’oculare del mirino comparissero contemporaneamente più cornicette, rendeva la visione complessiva non facile, ma ricordiamo che si tratta di accessori pionieristici, in quanto parliamo del primo mirino universale per fotocamere di formato 24x36. Ruotando la ghiera zigrinata dell’oculare si passa dal formato orizzontale a quello verticale.


Questa linea di mirini è stata creata nel 1931 dallo stesso Oskar Barnack (vedi disegni originali in fondo),  e il primo modello presentato è stato il VISOR del 1931, con cornicette per 35 – 50 – 135, ovvero le più utilizzate normalmente. I vari mirini seguivano il corredo ottico del fotografo, pertanto all’apparire dell’Hektor 73/1,9 e dell’Elmar 105/6,3 furono offerti nuovi mirini comprendenti anche queste focali. Il problema delle cornicette troppo piccole fu evidentemente sentito anche allora, in quanto due mirini, il VIHEU e il VISSI, possiedono solo due cornicette, proprio per agevolare la visione.
Mostriamo un riassunto schematico dei vari codici e le relative cornicette offerte, perché esternamente i mirini appaiono tutti eguali. Le prime 11 versioni sono state offerte solo in finitura nera, mentre le rimanenti quattro possono essere nere o cromate, quest’ultime rarissime e molto ricercate.
Da notare che le primissime versioni dei mirini Torpedo possedevano un oculare più piccolo di quelle di serie successive.
Nota: talvolta il mirino VISIL, a 4 cornicette, è denominato VISET.





Sopra: versione VISET senza staffa superiore



Esempio dell'interno di un mirino Torpedo VILLO con ben 5 cornicette

L’introduzione del mirino multifocale VIDOM (vedi qui), più pratico nell’uso anche se sempre con l’immagine invertita, ha fatto diminuire progressivamente l’importanza dei mirini Torpedo, rimasti in catalogo sino al 1936, ma probabilmente prodotti per molto meno tempo.



Il mirino KINOR, illustrato qui sotto,  è stato pensato per la cinematografia e possiede le focali da 15- 25 – 50 -75 – 100mm. Molto raro. Da notare che anche nella famiglia dei VIDOM vi era un mirino speciale per cinematografia, denominato KINSU. A dimostrazione dell'interesse parallelo della Leitz per la cinematografia, dai mirini agli obiettivi. come ad esempio lo Hektor Rapid 2,7cm f/1,4, vedi qui.




In definitiva si tratta di mirini storici, i primi creati per una macchina 35mm ad ottiche intercambiabili, purtroppo abbastanza rari e cari, che tuttavia l'appassionato delle prime fotocamere Leica dovrebbe almeno provare una volta, per capire il salto evolutivo dell'apparecchio Leica, dai primi esperimenti ad una vera maturità, ovvero l'inizio del sistema Leica, macchine, obiettivi ed accessori, sino ad espandersi all'infinito. Le difficoltà nella ripresa con questa attrezzatura nei primi anni Trenta evidentemente non hanno fermato nè i fotografi nè i progettisti, anzi all'epoca si parlò di un vero miracolo di miniaturizzazione.
Capolavori meccanici-ottici senza tempo.