VIDOM


PP.Ghisetti

Il mirino multifocale VIDOM rappresenta storicamente il secondo mirino di questa tipologia presentato dalla Leitz nel 1933, dopo il modello VISOR.
La differenza fondamentale tra il VIDOM e il VISOR risiedeva nel fatto che quest’ultimo era un mirino ottico che presentava all’interno diverse cornicette, per le corrispettive focali, mentre il VIDOM era di concezione meccanica e presentava una focale per volta, tuttavia ambedue possedevano la limitazione di offrire un’immagine a lati invertiti, in quanto possedevano solo un prisma di visione.
Disegnato da Ernst Leitz II il VIDOM era formato essenzialmente da due maschere diagonali a forma di L che si muovevano in opposizione a formare un rettangolo, controllato dalla ghiera anteriore circolare, allargandosi o restringendosi in base alla focale prescelta.

Queste erano da 3,5 – 5 – 7,3 – 9 – 10.5 – 13,5 cm.

Chiaramente, in base a questo sistema, la focale grandangolare da 3,5cm possedeva la finestrella più ampia, che andava progressivamente restringendosi con l’aumento della lunghezza focale, così che il tele da 13,5cm aveva invece una finestrella di visione molto piccola. Alla base del mirino era presente anche la levetta di correzione della parallasse, mentre il mirino possedeva una staffa superiore.
Sul retro del mirino è presente un bottone zigrinato per ripristinare il sopra e sotto delle immagini riprese in verticale (sempre però a lati invertiti).
Inizialmente la parte anteriore del mirino possedeva un cono perfetto ( denominata in inglese
flat nose, versione oggi rara e ricercata), poi successivamente fu aggiunto un collare rotondo tra il corpo e il cono. La versione flat nose possiede anche una slitta lunga 18mm contro i 13mm della slitta delle rimanenti versioni.
La finitura poteva essere tutta cromo, nickel/nera, cromo/nera, mentre esistono variazioni sul gruppo di focali indicate nella parte superiore del mirino.
Esisteva, anche se non a catalogo, una versione interamente nickel: l’autore di queste note l’ha vista solo una volta in 40 anni di ricerche sul mondo Leica.
Il VIDOM rimase in produzione per tutti gli anni Trenta, come accessorio preferito da chi utilizzava svariate focale del sistema Leica, per essere poi sostituito nel 1940 dal mirino VIOOH, di grande successo, perché offriva finalmente la visione a lati corretti.
Si tratta di uno dei mirini più diffusi (specie la versione interamente cromata) del sistema con passo a vite, abbastanza facile da trovare (tranne, come detto, la versione
flat nose), e che completa degnamente una Leica con passo 39x1 dotata di ottiche anni Trenta.
Tra le rarità citiamo lo Stereo VIDOM (rarissimo), e il KINSU, (raro), ovvero il mirino VIDOM per l’uso con una cinepresa, con valori cine.











Mirino NK per Leica

Come è noto La Nippon Kogaku ha costruito a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta, un grande sistema a telemetro per le macchine Nikon. Tra gli accessori segnaliamo questo mirino, chiaramente derivato dal Leitz VIDOM, che riporta le focali da 7,3 e 9cm, in realtà mancanti nel sistema Nikon ma, comè noto, presenti nel sistema Leica.
Infatti nel sistema Nikon a telemetro mancava completamente la focale da 7,3cm mentre il medio tele era rappresentato dal 8,5cm.
Si tratta pertanto di un accessorio concepito come alternativa più economica al VIDOM, ma parimenti valido dal punto di vista tecnico.
Una curiosità forse poco nota, ma che dimostra come le industrie nipponiche, sin dal proprio nascere, cercassero, in tutti i modi, di presentarsi come validi concorrenti delle più famose industrie tedesche.









Falsa Leica IIIc GOLD con mirino VIDOM, una copia dorata molto ben eseguita