MIKAS
Pp.Ghisetti
La naturale evoluzione della macchine per microscopio Mifilmca (vedi qui) e Makam –
Makka (vedi qui) è stata l’applicazione del cono per microscopio, con visione
ridotta di 1/3 come indicato sul cono stesso, contenente un otturatore,
direttamente ad un apparecchio Leica, preferibilmente della serie senza
telemetro, per risparmiare sui costi. In questo modo invece che scattare un
fotogramma singolo alla volta si aveva un’autonomia di ben 36 pose, con chiari
vantaggi operativi. Inizialmente anche indicato come Micro Ibso è stato
brevettato da Hermann Heine già alla metà degli anni Venti. La differenza principale con la macchina denominata Mifilmca
è che il Mikas era un accessorio rimovibile, mentre nella Mifilmca il
cono era fisso, pertanto la macchina poteva essere staccata e
utilizzata anche per altri scopi.
L’otturatore del Mikas possedeva tempi da un secondo sino a
1/125 sec, più le fondamentali pose B e
T per lunghe esposizioni, e di solito era accoppiato allo speciale cavetto
doppio CALOS ad azione diferenziata. L’otturatore della Leica veniva chiaramente messo in posa B
fisso, mentre l’esposizione veniva materialmente effettuata dall’otturatore a
lamelle del Mikas, prescelto per questo lavoro in quanto privo delle vibrazione
di un otturatore a tendina.
Alla base del cono vi era un mirino ingranditore 10x, con
oculare regolabile, per la precisa messa a fuoco sul piano di messa a fuoco del
microscopio. Peso di 220g per la versione con innesto a vite e di 300g per
quella con innesto M, a causa dell’oculare di visione più grande, come del resto appare chiaro dalle immagini.
Introdotto nel 1932 con innesto 39x1m, (e per questo talvolta
indicato come MIKAS- S, dalla parola inglese
screw = vite), per le macchine
della serie a vite preferibilmente Ic – If – Ig, negli anni Cinquanta è stato
offerto anche con baionetta M, per le MD – MDa – MDa2. Per queste macchine vedi qui. Questa seconda
versione possedeva un oculare con visione più chiara e un regolatore di
diottrie più raffinato.
Per la la IG, ma chiaramente anche per le altre macchine della serie a vite, era disponibile un particolare accessorio con sigla AQOOT, ovvero una manopola di caricamento allungata, per operare con i guanti e per agevolare la ricarica dell’otturatore, in quanto ricordiamo che queste macchine non possedevano leva di carica.
Nell'immagine
superiore si vede come l'adattatore Mikas, montato su Leica MDa, era
innestato, tramite l'obiettivo, al Microscopio Stereo.
Il contenitore dei Mikas era la classica scatola rosso-Leitz
in balsa.
I MIKAS sono rimasti in produzione sino alla metà degli anni Settanta, con sigla 53057.