SUMMAR
5cm f/2
PP.Ghisetti
Il Summar, (inizialmente con cod SUMARKUP poi definitivamente
abbreviato in SUMAR per la versione rigida e cod SUMUS per la versione
collassabile)
apparso nel 1933, fu il primo 5cm Leitz di luminosità f/2: inizialmente
la produzione fu in finitura nickel, divenuta poi nel tempo cromata.
Composto da 6 lenti in 4 gruppi con schema a doppio Gauss, inizialmente
in montatura rigida poi in montatura rientrante, aveva una minima
distanza di messa a fuoco di un metro, con diametro filtri A36. Il peso
era di 205g. La produzione fu, sino al 1940, di 122.860 pezzi, di cui
circa 2000 in montatura rigida, (cod SUMAR) oggi molto rari e
ricercati. La rarità attuale della versione rigida si spega anche col
fatto che molti obiettivi in versione rigida sono stati poi convertiti,
su ordine dei clienti, nella versione collasabile. Questi obiettivi
possedevano la scala dei diaframmi europea con la chiusura minima del
diaframma a f/18, (ma anche f/12,5), mentre la scala dei
diaframmi della versione collasabile possedeva una chiusura
minima a f/12,5.Alcuni obiettivi della produzione iniziale avevano
anche la ghiera frontale nera (denominati black rim), e oggi sono
rarissimi. L'anno di maggior produzione è stato il 1937, con oltre
28.000 pezzi e all'epoca il Summar costava il doppio di un Elmar f/3,5.
Nel 1939 l'avvento del Summitar mise a riposo il Summar, che è stato
fabbricato solo con innesto a vite 39x1mm.
Anche la forma del diaframma ha
avuto della variazioni,
passando da un iride tondo ad uno esagonale.
Alcuni obiettivi del 1934 possiedono una tacca vicino alla ghiera dei
diaframmi, per montare gli speciali filtri tricolori Agfa per foto a
colori e una tacca in corrispondenza del valore f/2,9: il sistema Agfa
fu velocemente superato dall'arrivo l'anno successivo delle pellicole a
colori.
Solo alcuni obiettivi, rimasti in fabbrica nel dopoguerra come
rimanenza, furono dotati di trattamento antiriflesso.
Il giudizio sulla resa del Summar attualmente non può prescindere dallo
stato d'uso dell'obiettivo in questione: i segni di pulizia della lente
frontale, notoriamente in vetro abbastanza tenero, possono aver
abbassato notevolmente il contrasto e la capacità di incisione
dell'ottica, difetti accentuati da una eventuale molatura. Il vero
punto debole di un Summar in perfette condizioni è rappresentato da
un'incisione a tutta apertura abbastanza morbida e dalla
vignettatura, ben visibile a f/2, specie con le pellicole a colori,
come ad esempio il Kodachrome, apparso sul mercato americano nel 1935,
e poi con l'Agfachrome, pellicole che mettevano a nudo i limiti del
Summar, controbilanciati da una resa notevole ai bordi del fotogramma.
Una incisione abbastanza soddisfacente si raggiunge a f/9, in quanto la
chiusura del diaframma aumenta subito la resa a f/2,8, ma molto più
lentamente nei diaframmi successivi. Tuttavia occorre notare che, sino
all'avvento delle pellicole a colori, specie diapositive, la
vignettatura era considerata un difetto accettabile nella fotografia in
bianco e nero, in quanto facilmente eliminabile in fase di stampa.
Si tratta complessivamente di un obiettivo d'epoca, difficile da
reperire in ottime condizioni da uso, ma che può rappresentare una vera
sorpresa, se si accettano una definizione non eccezionale e una resa
pastello nelle immagini a colori; molto adatto, anche per la mancanza
di trattamento antiriflesso, ad immagini in b/n.
Il paraluce dedicato, cod SOOMP, sia nero che cromato e prodotto anche
dalla LNY, presenta, come al solito, variazioni nelle incisioni, che
mostriamo nelle immagini. In alternativa poteva anche essere utilizzato
il classico paraluce FIKUS ,
vedi qui
Tropen Summar
Una particolare e rarissima versione del Summar è costituita dal cosidetto Tropen Summar,
(cod 42214) un'ottica che presenta 7 lenti al posto delle canoniche 6
del Summar normale. Prodotto nel 1938, presenta appunto una lente in
più situata anteriormente (formula ottica designata B246A) e per questo
risulta più alto della versione normale di 3mm. Inoltre possiede una
scanalatura sul barilotto (come nel successivo Summitar) per facilitare
l'estrazione dell'ottica. L'obiettivo era stata pensato per essere
spedito in climi tropicali (da qui l'appellativo di Tropen),
con la lente aggiuntiva che doveva combattere funghi e muffe dovute
appunto al clima umido. In prtica una specie di filtro ottico di
sbarramento.Nel registro Leitz sono indicate come destinazioni
Singapore, Bombay, Shangai, Batavia (odierna Jakarta) e perfino Genova.
La produzione, tutta situata alla fine dell'epoca produttiva del
Summar, non ha superato i 100 esemplari, con due lotti da 50 pezzi
ognuno.
Sotto: si nota chiaramente la differenza in altezza tra il Tropen , al cento, e il Summar normale.