La cassetta reflex PLOOT è il primo esempio Leitz di questo tipo di
combinazione, nata appositamente nel 1935 per poter utilizzare
correttamente il Telyt 20cm f/4,5 (vedi scheda apposita).
I primi prototipi,conservati al Museo
Leica, risalgono ai primi anni
Trenta.
Infatti la base telemetrica per una corretta messa a fuoco nella Leica
arrivava sino ai 13,5cm (ottica, tra l'altro, proprio inventata da
Leitz come massima lunghezza focale accoppiabile al telemetro):
pertanto tutte gli obiettivi con lunghezza focale superiore erano
esclusi, limitando grandemente l'uso di un sistema che si voleva
definire universale.
Il PLOOT nasce pertanto nello stesso anno della reflex biottica Zeiss
Ikon Contaflex, la prima fotocamera reflex per il 35mm e addirittura un
anno prima della reflex Exakta, la prima reflex monoottica 35mm, che
segnerà definitivamente il trend evolutivo di questa tipologia di
apparecchi.
Grazie al PLOOT si ottiene una visione corretta del soggetto inquadrato
senza errori di parallasse (ma con i lati invertiti), si può
focheggiare correttamente dalla minima distanza di emssa a fuoco
all'infinito, e si apre un campo vastissimo di applicazioni per la
macchina di Wetzlar, non solo per l'utilizzo dei teleobiettivi, che non
potevano essere accoppiati al telemetro delle Leica, ma anche per
quello che riguarda la fotografia ravvicinata e di copiatura.
Il PLOOT è praticamente composto da due parti: quella inferiore
(profonda 62,5mm) contiene lo specchio che permette la visione reflex,
e che deve essere alzato prima dello scatto, grazie anche all'uso del
doppio flessibile (cod OZWTO), la parte superiore invece contiene il
tubo di visione con oculare regolabile, e con inserita una lente
aggiuntiva 30x per migliorare la precisione della messa a fuoco,
inseribile tramite una levetta.
Il PLOOT si avvita alla fotocamera e l'obbiettivo si avvita a sua volta
alla parte frontale della cassetta: da notare che nei disegni dei
cataloghi (come da illustrazioni) la cassetta reflex appare con il
corpo squadrato ad angoli retti, mentre i PLOOT in circolazione
mostrano sempre gli angoli smussati. Inoltre mentre per il mercato
europeo la lunghezza focale del Telyt viene indicata in centimetri, per
quello americano vengono usati i millimetri.
Inizialmente il mirino del PLOOT è solidale con la scatola reflex, e
non possiede la slitta di messa a fuoco, nè gli anelli per chinghia,
che però vengono subito aggiunti.
Nel 1948 una nuova versione presenta il mirino di forma diversa
removibile (probabilmente dopo il nr 3261) e viene introdotta anche una
slitta laterale: è possibile ruotare la cassetta per riprese verticali
ed inserire l'apposito mirino SFTOO per un'inquadratura più veloce,
preferibilmente all'infinito.
La sola cassetta reflex è ora classificata PROON, il magnifer POOIM.
L'interscambiabilità del mirino superiore (apparsa in Germania sin
dall'inizio della Guerra) permette di cambiare il magnifer di visione
con altri tipi:
- con visione ad angolo retto a 90° cod PAMOO; la cassetta completa, in
questa configurazione, diventa ODULO.
- mirino ingranditore 5x cod LVFOO.
Anche il vetrino di messa a fuoco subisce un'evoluzione, passando da
quello piano, a lente condensatrice, infine a quello completamente
liscio, dopo il nr 5875 circa.
Il PLOOT è rimasto in produzione sino al 1951, con una produzione
complessiva di circa 6000 esemplari, sostituito dalla nuova generazione
di cassette reflex, denominate Visoflex.
Tuttavia è interessante notare che il nome Visoflex è stato usato per
la prima volta nella letteratura Leitz nel 1940, (vedi immagine),
pertanto ben prima che apparisse la cassetta reflex denominata
ufficialmente Visoflex I.
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Il successo della cassetta reflex ha spinto nel tempo anche costruttori
nipponici come Nippon Kogaku (che nel proprio sistema a telemetro
possedeva una nutrita serie di teleobiettivi) e Canon ad offrire
cassette reflex per i propri
sistemi a telemetro, di chiara derivazione Leitz, mentre diversi e noti
cotruttori
universali, come Novoflex e Kilfitt, si sono impegnati ad offrire delle
proprie cassette
reflex, spesso in stile art decò,
di cui mostriamo qualche esempio. Tra le cassette reflex progettate e
costruite in pochissime esemplari vi è quella di Voigtlaender Telomar per
Prominent, mentre anche l'italiana San Giorgio, costruttrice della nota
Janua, ne aveva messa in cantiere un esempio, ma nel dopoguerra, modellato proprio sul
PLOOT.
Nikon
Voigtlaender
Canon
Janua S.Giorgio
Naturalmente anche la Zeiss Ikon Contax, principale concorrente
della Leica, possedeva, sia per la serie di teleobiettivi CZJ che per
uso in macrofotografia, le cassette reflex Flektoskop e poi Flektometer
nel dopoguerra, con immagine raddrizzata