Leica M3


Pp.Ghisetti







La Leica M3 è sicuramente una delle macchine più importanti della storia della fotografia, sia perché ha iniziato una dinastia di apparecchi che continua ancora oggi, sia per il suo design iconico, vero simbolo del Marchio, oltre che per sinonimo di perfezione tecnico-meccanica. Inoltre è la macchina a telemetro per antonomasia, quella con la quale tutte le concorrenti vengono misurate e giudicate.

La M3 è stata preceduta nei primi anni Cinquanta da diversi esemplari preserie, sembra accertato 65, numerati con soli 4 numeri di matricola, alcuni con contafotogrammi esterno e con una leva di carica diversa poi da quella messa in produzione. Vedi sotto.

  Per i prototipi veri e propri vedi alla fine dell'articolo. Sembra che il primo prototipo, denominato Camera 4, realmente funzionante risalga al 1947/48. Esistono molti piccoli accessori di contorno, mirini, contafotogrammi, bolle, ed anche un motore ecc che sono stati sperimentati sui prototipi ma non scelti, sia per motivi produttivi che per mantenere la fotocamera essenziale.

Nel 1954, con la presentazione del 5 aprile alla Photokina, inizia ufficialmente la produzione con nr 700001, per terminare poi nel 1966 al nr 1.164.865.


                                                                                    Una delle primissime M3: si noti la leva di carica corta, la mancanza del selettore                                                                         M3 ultimo tipo completa ma con soli 4 numeri di matricola, probabile preproduzione
delle cornicette e il numero di matricola, la manopola di riavvolgimento ha solo un trattino
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La M3 è nata da un progetto integrato, il cui direttore fu Willi Stein, (1906-1976) a capo del settore Foto-Kostruktion dal 1945, con la collaborazione per il telemetro di Ludwig Leitz (1929-1974), in unione a Schneider e Keiner. Da notare che dopo la morte di Barnack nel 1936 i designer della Leitz si alternarono fra Adam Wagner, W.Albert e appunto W.Sten, sino al 1945, quando Stein fu posto a capo del Dipartimento. Il sistema delle cornicette fu opera di Mandler e Eckhardt, ispirato al principio delle cornicette riflettenti dell’ottico olandese Van Albada, del resto già sperimentato in alcuni mirini Leitz a cavallo della Guerra, brevettato già nel 1935, e migliorato poi nel 1941. La baionetta fu disegnata da Hugo Wehrenfennig (1912-1999).

La base telemetrica è di 63,71, la pià grande tra tutte le Leica a telemetro


 

Il disegno, fondamentale e distintivo, della nuova fotocamera fu opera di H.Janke e del suo team. Le cornicette intorno alle finestrelle furono fortemente volute da Stein, ma Janke le eliminò nella successiva M2.Janke fu poi  responsabile di molti design di fotocamere Leica, sino alla M7 e R7, ma non delle  R3, M5 e della CL.

Si dice che quando negli anni Settanta la Leitz interpellò il famoso designer svizzero Luigi Colani per un aggiornamento della linea M la risposta fu: Per l’amor del cielo, non dovete cambiare niente!

La sigla iniziale M, che da il nome a tutta la famiglia di queste fotocamere, è l'iniziale di MessSucher, ovvero mirino-telemetro integrato.

  Cod IGEMO. Nr 10151

   Produzione: 233209 cromate

                      1320 nere, catalogata nel 1964 ma fornita sin dal 1959,  

                         140/214 militari, vedi sotto

per un totale produttivo di almeno 234669 pezzi


    curiosità: tra il totale sopra elencato vanno considerati 100 pezzi di ripresa produttiva, compresi tra il nr 1135001 e nr 1135100, della ELC,comercializzate molto tempo dopo la fine ufficiale della produzione, tra il 1968 e perfino sino al 1976. Sembra accertato che questo lotto possedeva un asterisco dopo il numero di matricola, e non significante numeri duplicati. Sotto un esempio di un esemplare di questo raro lotto.

Le innovazioni della M3, che ricordiamo è la prima macchina della serie M, anche se il sistema a vite continuerà sino al 1957 con il modello IIIg,  sono le seguenti:

-          Nuova baionetta, con blocco di fermo, per un veloce e sicuro cambio ottiche;

-          Mirino-telemetro integrato, con ingrandimento 0,91x, con correzione della parallasse;

-          Cornicette nel mirino per le focali da 50/90/135mm, che appaiono quando viene innestata la focale corrispondente;

-          Leva di carica a doppio movimento, per impedire la carica elettrostatica della pellicola; in inglese queste fotocamere vengono identificate con la dicitura DS da Double Stroke, tradotto letteralmente in Doppio Colpo. In tedesco questa caratteristica viene denominata DoppelZug.

-          Ghiera unica dei tempi di otturazione non ruotante, da 1/1000 al secondo; con scanalatura per inserire l’eventuale Leicameter da accoppiare ai tempi di otturazione;

-          Contafotogrammi ad azzeramento automatico;

-          Autoscatto;

-          Syncro flash a 1/60 sec, con due diverse prese syncro;

-          Targhetta posteriore rotonda per memorizzare la pellicola impiegata, inizialmente con un massimo di 200 Asa poi modificato nel tempo prima a 1000, poi sino a 1300 Asa.

-          Caricamento pellicola facilitato dall’apertura del dorso posteriore incernierato basculante, un passo avanti notevole rispetto alle precedenti Leica con innesto a vite.

Frontalmente la fotocamera presenta tre finestrelle: la finestra del telemetro, quella per illuminare le cornicette, la terza per il mirino.

Le maggiori modifiche apparse durante la produzione sono:

-          Fissaggio della baionetta inizialmente con 4 viti, poi divenute 5;

 .   selettore delle focali, dal nr785801, nel 1955, che permette la previsualizzazione  dell’angolo di campo anche senza innestare l’obiettivo;

-          Cambio della frequenza dei tempi di otturazione, con sequenza scala internazionale, dal nr 854001, nel 1957;

-          Leva di carica a movimento singolo, dal nr 919251 nel 1958. In inglese SS, ovvero Single Stroke.

-          Cambio della foggia degli anelli per la cinghia, da allungata a tonda,nel 1959, dal nr 963000, circa;

-          Inizialmente la parte interna dell’apparecchio è verniciata in nero lucido, poi divenuto nero opaco;

-          Le prime 200 fotocamere, da 700 a 700200, mostrano una linea del corpo macchina diversa, col cosiddetto scalino,

-          Sino al 1955 solo 4 vite erano usate per fissare il carter superiore.

-          Nel 1966, dal nr 1156031  fu eliminata la piccola guardia intorno al bottone sblocca-ottiche.

-          Nel bottone di riavvolgimento film, (inizialmente a movimento invertito) appariva solo un trattino. sostituito poi da un puntino rosso, e, dopo il primo anno produttivo, da due puntini rossi.

-          L’indice del contafotogrammi è di colore nero sino al nr 740000 circa, poi divenuto bianco;

-          Le fotocamere sino al nr 844001 mostrano un pressa pellicola in ceramica, successivamente in metallo;

-          Le prime fotocamere utilizzavano un oculare di visione piccolo, poi ingrandito, per facilitare i portatori di occhiali;

-          La leva di carica è cambiata da corta a più lunga nel corso produttivo.

 -     Il mirino viene allargato internamente eliminando il cerchietto interno

-          Dopo il nr 703000 appare il bollino di servizio, o sigillo di garanzia, sulla baionetta in posizione ore 12.

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L'ossessiva attenzione ai dettagli, tipicamente teutonica, trova nella M3 una delle sue più eclatanti dimostrazioni, con continui aggiornamente su tutti i particolari, che rendono le varie serie produttive della M3 un intrico di varianti.


 

                                                            diversi indici DIN -ASA                                                                     differenze nel nottolino di riavvolgimento


Diversa lunghezza della leva di carica.


sopra: a sinistra differenze del mirino, a destra differenze nell'indice del contafotogrammi.

La Casa Madre poteva provvedere a queste conversioni:
- leva di carica da doppia azione ad azione singola
- aggiunta del selettore delle cornicette
- adattamento fondello per innestare il Leicavit.
 

La produzione è stata eseguita a Wetzlar e in Canada, con poco meno di 7000 pezzi. Le M3 canadesi si riconoscono per la rara incisione Midland Ontario, o più comunemente per possedere l’incisione M3 più grande del normale. Vedi il confronto ad esempio.

Leica M3 nera originale completa di Summicron 50/2 e Leicavit, appartenente al primo gruppo di M3 nere, composta da sole 6 fotocamere nr 746571 -- 746576, pertanto quella illustrata è la seconda del gruppo


Inoltre esistono le versioni Atrappe, vuote, Betriebsk, di servizio o Schnitt, tagliate, che portano il totale al numero indicato.


Diverse macchine sono state preparate in modo particolare o donate a fotografi e personaggi: ricordiamo i fotografi Douglas Duncan, A.Esenstaedt, Kruckenhauser, HC Bresson, A.Rothstein, tra i politici il Cancelliere tedesco Adenauer, il Presidente indiano Pandit Nehru, Elisabetta di Inghilterra, ed infine allo stesso Ludwig Leitz. Una particolare M3 è stata donata al distributore Leica francese P.Tiranty.

                      Leica M3 nr 1000000 donata a Ludwig Leitz                                                                            Speciale M3 per il fotografo Douglas D.Duncan

 Tra le curiosità illustriamo questa M3 nera (non originale) di un negozio di fotografia di Francoforte sul Meno, con tanto di doppia incisione, sul carter e sul fondello, e riportante anche il numero di telefono



M3 nera, risalente al 1964, con fattura originale



Leica M3 Militari
 



Leica M3 con Elmar 50/2,8 e paraluce ITOOY in finitura integrale Verde oliva 'BundesEigentum' per le Forze Armate dell'Esercito Federale tedesco. L'ultima fornitura per l'Esercito risale al 1968, quando la regolare produzione della M3 era già cessata. 144 pezzi in totale. Del corredo faceva parte anche un Hektor 135/4,5, in quanto la M3 possedeva proprio la cornicetta per questa focale-




 M3 dell'Aviazione Norvegese - Luftvorsvaret- completa di Summaron 35/3,5 con occhialini.

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M3 GOLD



Si tratta di una delle sole due M3 placcate oro dalla Leitz, quindi originale, con Summicron 50/2, tappo e Leicameter MC, ugualmente dorati, nr 1379604. Secondo i registri di fabbrica è stata spedita alla LNY il 28 luglio 1956, illustrata anche dal Lager nel suo volume. La seconda M3 Gold riporta il nr 873.000. Cortesia WL.

Le borse pronto dedicate sono due: la nr 14528 o la 14526, anche per corpo e Leicameter.

Vi è inoltre una rarissima borsa senza identificativo della LNY, simile alla 14526, vedi dopo




Le Leica M3 venivano poste in vendita con un cartellino del controllo delle prove tecniche (tempi, telemetro, assemblaggio generale e controllo finale) firmato dai rispettivi tecnici. Accanto la ricevuta della vendita di una M3 effettuata da Foto Kino Wegert di Berlino.







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Come si evince dal grafico illustrato su tutta la produzione delle Leica serie M, la M3 rappresenta ben un terzo della produzione totale, a conferma del suo enorme successo.


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Prototipi

 Maquette in legno di prova della linea della nuova macchina. L'innesto ottiche è a vite 39x1m.



ll famoso prototipo denominato Leica IV, in quanto viene dopo le Leica della serie III: questo apparecchio, detto anche UR-M3, è stata la base operativa del progetto M3;si nota il mirino fortemente allargato, removibile, oltre ad un altro molto piccolo, la ghiera unica dei tempi di posa, mentre l'innesto ottiche è ancora a vite 39x1m. E' probabile che ciò si giustifichi col fatto che, mentre il nuovo innesto obiettivi era già pronto, non erano ancora disponibile le nuove ottiche.Anche se una leva di carica era già stata studiata dalla Leitz, vedi sotto, l'avanzamento è ancora a bottone.
Inoltre illustriamo due brevetti originali, relativi al nuovo otturatore con manopola dei tempi di otturazione non ruotante e della famosa e ancora in uso baionetta M, un capolavoro Leitz senza tempo.




Rara maquette di prova della M3in legno: notare l'unico selettore dei tempi, la leva di carica e il contafotogrammi. La forma generale è quella definitiva.





Disegno interno della Leitz,  risalente al 1946, per un apparecchio fotografico dotato di leva di carica. Notare il disegno estremamente pulito del carter superiore, con contafotogrammi, rotella dei tempi, staffa portaflash e bottone di riavvolgimento esattamente posizionati come nella futura M3.


Tre prototipi della M3: dall'alto in basso si apprezzono gli step evolutivi di
                                                                   - pomello riavvolgimento, inizialmente con rotazione inversa;
- leva di carica;
     - contafotogrammi;
                - incisioni carter superiore;
                                                                                                           - assenza di numerazione, numerazione a 4 numeri, numerazione a 6 numeri di matricola.
Da rimarcare che la fessura sul bottone dei tempi per l'accoppiamento col Leicameter è già prevista nel prototipo più antico.




La M3 ha avuto un seguito nella bellissima M6J, una speciale riedizione del 1994, vedi qui.

Sin dalla presentazione della M3 alla Photokina di Colonia nel 1954 la Leitz ha fatto uso di riproduzioni giganti in legno del nuovo apaprecchio, e di queste particolari M3 ne sono stati fatti parecchi esemplari, diversi anche nei particolari,  per negozi, fiere ed esposizioni. Ne mostriamo un esempio, senza numerazione, con la macchina originale in basso a destra per dare un'idea delle dimensioni, e in braccio ad un entusiasta Leichista.





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Leica M3 Kruckenhauser
Qui la Leica M3 nr 700000 donata dalla Leitz nel 1955 a Stefan Kruckenhauser, inventore della fotografia moderna dello sci. Questa è la prima M3 col numero di matricola più basso conosciuto e presenta già delle caratteristiche che verranno introdotte successivamente, come ad esempio la levetta per visualizzare le cornicette nel mirino, introdotta successivamente nei modelli di serie. Completa di ottica Elmar 50/3,5. Fu acquistata dal legittimo proprietario nel 1970 da Michael VonRosen, che la tenne sino al 2001. Si tratta di una macchina doppiamente storica, sia in sè che come regalo ad uno dei più noti fotografi Leica, (almeno in Germania e Austria) , vero cantore dello sci e della bellezza della Montagna invernale.


Su Stefan Kruckenhauser, i suoi libri e la sua attrezzatura Leica, si può leggere un articolo completo qui