Il problema di
controllare
l’esposizione, ovvero la giusta combinazione tra tempo d'otturazione
e diaframma, in base alla luce disponibile, e di fornire al fotografo
conseguentemente uno strumento adatto a calcolarla, sorse in
pratica con la fotografia stessa. Con l’apparire della Leica si pose il
problema di corredare l’apparecchio con un esposimetro quanto più
piccolo e leggero, in linea con la filosofia dell’apparecchio stesso.
Vediamo qui di seguito una serie di esposimetri del periodo
anteguerra
appositamente concepiti per la Leica, e come tali, riportanti la
scritta
for Leica.
JUSTOPHOT
Risalente al 1929, era prodotto dalla DREM di Vienna su brevetto di
Emil Meyer, come compariva anche sulla confezione. Si tratta del primo
esposimetro ad estinzione a comparire nel libro Leica HandBuch di Vith,
e nel Leica Universal Camera della LNY nel 1930/31. Possedeva una
sensibilità che variava da 10 a 30° Scheiner. Importato in Italia e
Colonie dalla Ditta Morsolin di Torino. Storicamente importante.
L'esposimetro ad estinzione consisteva in un piccolo cilindro sul cui
fondo veniva applicata una lente gradualmente brunita con riportati i
tempi di esposizione, guardando all'interno, girando l'apposita ghiera,
si leggeva l'ultima cifra disponibile, e quindi
estinta
la scena, la si accoppiava alla sensibilità della pellicola a
disposizione, e si ottenva pertanto, ruotando le ghiere apposite, il
diaframma corrispondente.
BEWI
Uno dei primo esposimetri ad estinzione, appositamente concepito per
Leica, come del resto appare anche dalla scritta laterale. Costruito da
Paul Will di Monaco, si portava all’occhio, come un cannocchiale e lo
si puntava verso la scena da fotografare. Indi si ruotava la parte
esterna finchè la scena non era estinta, ovvero l’esposimetro dava un
numero che corrispondeva al valori dell’esposizione corretta. Risalente
alla fine degli anni Venti possiede un peso di appena 100g. Esistono
almeno due versioni, con istruzioni in tedesco e in inglese. Graduato per pellicole da 4 a 17 gradi Scheider.
LEICASCOP
Questo esposimetro, anch’esso del tipo ad estinzione, fornito anche per
il sistema Contax con la scritta diversa, era catalogato da Leitz NY
con il cod, LEDYD, e risale al 1934. Tarato da 17° sino a 30°. gradi Scheiner, da Jules Scheiner, pioniere della sensitometria.
Era costruito dalla ditta austriaca DREM di Hugo Meyer, di Vienna. Prezzo di 18RM. In
Italia era distribuito dalla Ditta Ippolito Cattaneo di Genova..
Prodotto in alcune versioni diverse nelle scritte superiori, si
differenziano per i diversi valori di esposizione, non sempre
coincidenti con quelli Leica: notare infatti che il Leicascop
illustrato sotto possiede il tempo di otturazione di 1/800 di sec,
(inesistente su Leica), poi eliminato nella versione successiva
VIDNYPiccolo esposimetro ad
estinzione, vero miracolo di miniaturizzazione,
risalente ai primi anni Trenta, costruito dalla Saymont-Brown di New
York: è stato probabilmente il primo esposimetro per Leica a poter
essere inserito nella slitta portacessori. Possedeva un sistema di
lettura della luce brevettato da E.Goldberg. Tuttavia ha avuto vita
breve, malgrado la miniaturizzazione e il costo esiguo,
in quanto era difficilmente leggibile nei valori. Molto raro ed ambito.
WESTON 627
Sempre nel 1934 appare questo esposimetro dell’americana
Weston di
Newark, NY, che per la prima volta riporta la scritta Leicameter.
Possedeva una forma rotonda a forma di strumento nautico e veniva
inserito in un astuccio protettivo metallico. La cellula al selenio era
da un lato mentre dall’altro vi era il disco di controllo in gradi
Scheiner, con lancetta in rosso. Questa parte era coperta da un vetro,
che rappresentava il punto debole dello strumento. Possiede un peso di
200g ed era catalogato col codice LEDZH.
WESTON 617
Costruito in bachelite, con i lati arrotondati, porta la scritta
Leicameter e l’incisione E, Leitz Inc NY USA, e risale al 1935. Con un
peso di di 230g, presenta le istruzioni sul retro, mentre la
sensibilità è espressa in gradi Scheiner, da 8 a 27. Appare per la prima volta il
disco mobile anteriore per le varie combinazioni d’accoppiamento
tempi-diaframmi.
WESTON 650
Risalente al 1936, in bachelite, presenta una forma Art Deco rettangolare tagliata
negli angoli, con una lunghezza di 10 cm e un peso di 210g. Possiede le
classiche scritte Leicameter e E.L.NY, mentre i gradi sono sempre
Scheiner. Cod.WESTO.
OMBRUX
Fabbricato dalla tedesca Gossen di Erlangen nella seconda metà degli
anni Trenta possedeva un peso di 180g, era custodito in una piccola
borsina di pelle, apribile sul davanti, ove era situata la cellula
esposimetrica al selenio, sporgente in avanti. La parte anteriore
apribile della borsa conteneva tutte le combinazioni tempo-diaframma in
gradi Scheiner. La lettura in luce scarsa veniva attivata da un
pulsantino rosso posto sulla parte superiore. Vi erano esposimetri
appositamente marcati for Leica con gradi Scheiner e DIN. Si tratta di
un modello importante perché impone la linea progettuale
seguita
in seguito dagli altri esposimetri.
METROVIC
Si tratta di un esposimetro compatto, a forma di mattoncino, inserito
in una custodia di pelle, dal peso di 180g, e risalente al 1939.
Costruito in Inghilterra, dalla Metropolitan Vickers Electric di Manchester, possedeva anch’esso il pulsantino rosso per
la scala di bassa luminosità, e, senza custodia, pesava solo 140g. Sul
retro era situata la scala con i valori Leica, sino a 33 gradi Scheiner. Raro fuori dalla Gran
Bretagna.
LC60
Progettato nel 1939 e prodotto sino al 1948 dalla Metrawatt di
Norimberga in collaborazione con
la Leitz, offre l’importante caratteristica di
possedere l’innesto per essere montato sulla slitta portaacessori della
Leica. Scala in DIN e Scheiner. Non presenta tuttavia alcuna scritta
riferentesi a Leica. Costruito in bachelite e pesante solo 90g,
presenta le dimensioni e le caratteristiche dei futuri Leicameter,
senza però l’accoppiamento alla ghiera dei tempi. Ne esistono 5
versioni che si differenziano per la diversa sensibilità di lettura
esposimetrica.Qui ne mostriamo 3 versioni con diversa colorazione del
disco. I primi due a sinistra sono del 1939, sensibilità da 16 a 29
gradi Scheiner, con disco calcolatore satinato inizialmente cromato poi
nero e display chiaro, l'ultimo tipo del 1948 (a desta
nell'mmagine) presenta il disco chiaro in alluminio spazzolato,
dispay bianco e nero, sensibilità da 6 a 200 ASA, tempi sino a 1/1000
di sec, con aperture diaframma da f/1,5 a f/18.
MICROSIX
Speciale esposimetro per usi scientifici, da usare in accoppiamento con
microscopio o macchine speciali da microfotografia. La scatola completa
pesa 850g, mentre il solo esposimetro ne pesa 480g. Costruito in
bachelite dalla Gossen con la scala in DIN, possiede un cavo speciale
alla cui estremità si trova la cellula fotosensibile da posizionare
nella zona di lettura. Questa si trova nel raccordo laterale
dell’innesto tra fotocamera e microscopio. E’ rimasto in produzione per
molti anni.
SIXTUS
Prodotto dalla Gossen questo elegante esposimetro con cellula al
selenio racchiuso in un corpo di bakelite, con coperchio protettivo
mobile, rappresenta una delle offerte più comode e compatte tra i vari
modelli di esposimetro concepiti per accompagnare una Leica. Risalente
alla metà degli anni Trenta, pesa 150g. Abbastanza raro.
Delizioso esposimetro risalente alla seconda metà degli anni
Trenta,
con alcune varianti anche costruite anche dopo la Guerra, vero esempio
di miniaturizzazione in questo settore. Costruzione in metallo leggero
di soli 170g di peso con una misura esterna di 7x5cm, con apertura a
scomparsa e un piacevole disegno a saponetta con angoli smussati.
All'interno si trova la cellula esposimetrica al Selenio con movimento
rientrante a molla, la scala di lettura e quella delle sensibilità
delle pellicole. La scritta interna specifica che si tratta di una
speciale versione per Leica. Il marchio BEWI è un acronimo dei due soci
della compagnia Enst e Wilhelm Bertrand. Di questo esposimetro esistono
4 versioni che si differenziano principalmente per le diverse scale di
misurazione.