ELMAR 65mm f/3,5
Pierpaolo Ghisetti
Quest'ottica, codice OCMOR poi 11062, fu concepita per cassetta reflex
Visoflex II e III, e disegnata intorno al classico schema di 4 lenti in
3 gruppi. La lunghezza focale fu scelta in quanto rappresentava la più
corta disponibile per mettere a fuoco ad infinito sulla cassetta
reflex; a questo proposito l'ottica non riporta la scala delle
distanze, perchè la messa a fuoco avveniva direttamente sul mirino del
Visoflex.
La ghiera dei diaframmi, sino al valore di f/22, scorreva liberamente
ed era presenta una seconda ghiera con blocco di preselezione del
diaframma.
La testa ottica doveva essere completata dall'anello OTZFO che
conteneva l'elicoide di messa a fuoco, che arrivava sino a una distanza
minima di 33cm, foto nr 5
il peso complessivo arrivava così a 280g; per spingersi oltre era
disponibile l'accessorio OTRPO, un tubo di prolunga fornito
inizialmente cromato, poi anche in nero, ovvero il classico soffietto
macro.
Il tubo OTRPO ha cambiato successivamente il codice in 16471 e poi in
16471J. Vedi foto nr.6,
La prima versione, interamente cromata, costruita in Canada, con passo
filtri E-41, fu presentata nel 1960 e rimase in catalogo per dieci
anni; per essere poi sostituita da una versione di colore nero
fabbricata a Wetzlar, cod 11162, con diaframma a scatti, ghiera
frontale di preselezione, e ghiere di diverso disegno. Quest'ultima
versione, con passo filtri serie VI, è rimasta in catalogo sino al
1984. Sembra che questa seconda versione sia stata rivista nei vetri
ottici impiegati, ma la cosa non è stata pubblicizzata dalla Leitz.
Complessivamente, pertanto, questo obiettivo rappresenta un
bell'esempio di longevità produttiva, essendo rimasto in catalogo per
24 anni. per 4300 pezzi circa prodotti-
Con l'anello 14127F si può montare l'Elmar su qualunque reflex Leica,
con funzionamento in stop down.
Foto nr 7
L'Elmar 65mm non aveva bisogno di paraluce, dato che il complesso
ottico risultava molto incassato.
Dal punto di vista pratico si tratta di un buon obiettivo, specie nella
seconda versione, dalla resa complessivamente più contrastata,
probabilmente a causa di un più efficace trattamento multistrato:
occorre tuttavia chiudere il diaframma almeno sino a f/8 per ottenere
dei risultati di rilievo, per minimizzare sia la vignettatura che il
contrasto, abbastanza basso ai primi due diaframmi di lavoro. In realtà
nella pratica non abbiamo riscontrato differenze realmente importanti
tra le due versioni.
sopra: Elmar 65mm su Visoflex III e visore verticale OTVXO