Si tratta storicamente della prima focale grandangolare della Leitz:
con il codice EKURZ iniziò la produzione nel 1930. I primi esemplari,
non standardizzati, non avevano numero di matricola, mentre gli ultimi,
del 1950, arrivano sino a 760.000.
La standardizzazione avvenne nel 1931, poi nel 1932 fu inserita la
camma di accoppiamento telemetrico.
L'anno di maggior produzione fu il 1938 con oltre seimila pezzi, mentre
quello di minor produzione fu il 1943 con soli 84 esemplari. Nel 1950,
ultimo anno produttivo, furono consegnati 104 pezzi.
In venti anni furono prodotti 45.503 esemplari, sia in versione
inizialmente nichelata (in alto) poi cromata dal 1933, in basso.
Lo schema ottico, disegnato da Max Berek, era una forzatura del
classico Elmar, con 4 lenti in 3 gruppi.
Distanza minima ad un metro. Filtri A36. Peso 130g.
I diaframmi seguivano la scala europea.
Le ottiche prodotte dopo il 1946 possedevano il trattamento
antiriflesso e la scala internazionale dei diaframmi.
Come accessori erano disponibili i mirini VISOR E WEISU, poi anche i
classici multifocale VIDOM, VIOOH, e RASUK, elencati nella sezione
mirini.
Per il paraluce si poteva scegliere il multifocale FIKUS
o i dedicati FLQOO e FOOKH, anche della LNY, che, curiosamente,
possedeva una lunghezza fisica di circa mezzo centimetro in più
rispetto alla versione Leitz Wetzlar.
Inizialmemte, nel 1925, i 4 filtri gialli per l'Elmar 5 e 3,5cm erano a
pressione con una grossa ghiera nera e diametro filtro in vetro di soli
23mm. Rari. Eccoli
Nel 1930 alcuni filtri furono forniti solo col diametro 23mm, a vite,
da fissarsi nella ghiera anteriore, il FIRHE sopravisse fino alla metà
degli anni Sessanta, abbastanza rari.
Dopo il 1931 divennero disponibili svariati filtri colorati, tipo A36, che si fissavano alla
ghiera anteriore tramite una vitina di blocco.Ne illustriamo una selezione.
- FIKIB, Infrarosso 2
- FIOLA. UV
- FSEOO. Arancio
- FEDOO. Rosso
- BQCOO, Azzurro
- FIPOS, Verde
- FIUNS, Giallo 0
- FIGRO, Giallo 1
Come contenitore, oltre al classico barilotto rosso Leitz, era anche
disponibile la speciale scatola di alluminio, appositamente dedicata ai
paesi tropicali, e quella in bakelite.
Da notare che durante la guerra alcuni Elmar 3,5cm furono utilizzati
dall'Aviazione e dall'Esercito e pertanto marcati Luftwaffe Eigentum o
Heer, ma la possibilità di un falso è estremamente elevata, poichè non
esiste un modello univoco di incisione.
Dal punto di vista delle prestazioni ottiche l'Elmar 3,5cm non ha mai
goduto di una buona fama, pur essendo stato usato da numerosi fotografi
Leica come Alfred Eisenstaedt, Paul Wolff e perfino da Eugene Smith,
nel suoi noti reportage come Spanish Village e Country Doctor,
pubblicati negli anni quaranta sulla rivista Life. Al di la del fatto
che all'epoca se un fotografo Leica voleva usare una focale
grandangolare, ovvero una nuova visuale fotografica per entrare 'nella
scena, per di più sfruttando una maggior profondità di campo rispetto
al classico 5cm, doveva per forza utilizzare l'Elmar 3,5cm, pare
accertato che per questi fotografi professionisti esistevano esemplari
di Elmar particolarmente ben riusciti e con performance generali
superiori a quelli di normale produzione. Infatti l'Elmar presentava
non solo una certa vignettatura quasi ineliminabile e una resa
estremamente bassa a f/3,5, ma una accentuata curvatura di campo che
limitava l'incisione, anche al centro del fotogramma.
Tuttavia nelle immagini di questi fotografi professionisti i bordi del
fotogramma sono perfettamente a fuoco, il che significa che esistevano
esemplari con ridottissima curvatura di campo, mentre la massa
produttiva in certi casi possedeva questa aberrazione in modo molto
evidente, specie ai primi tre diaframmi di lavoro. Per ottenere una
resa uniforme occorreva chiudere il diaframma almeno a f/12,5.
La comparsa del Summaron f/3,5 nel 1946 pose in ombra definitivamente
l'Elmar 3,5cm, che rimase ancora in catalogo per tre anni probabilmente
solo per offrire un'alternativa economica.