COLORPLAN 90mm f/2,5
Pp.Ghisetti
P.Ghisetti
La Leitz è stata, sin dagli anni Venti, una pioniera nella costruzione
ed evoluzione dei proiettori, settore in cui ha fortemente creduto e
ove ha sviluppato moltissimi prodotti, mantenendo sempre una
costruzione impeccabile, migliorando costantemente le prestazioni. Non
meraviglia pertanto che accanto ai proiettori sia sorta una numerosa
famiglia di obiettivi delle più svariate lunghezze focali, con prezzi
diversi e costruzione differenziata, adatta nel tempo a tutte le
esigenze.
Tra tutte le famiglie di ottiche da proiezione create da Leitz e poi
Leica, Elmaron, Elmarit, Dimaron, Hektor e altre, tra cui non bisogna
dimenticare gli Elmar da ripresa, utilizzabili anche in proiezione,
nessuna è arrivata al livello di eccellenza assoluta assurta dal
Colorplan 90/2,5.
Il primo disegno del Colorplan risale al 1959, ad opera di Mandler e
Wagner della Leitz Canada, di Midland, Ontario: in realtà i due
progettisti trasferirono il disegno dell’Elmarit 90/2,8, un ottimo
obiettivo da ripresa con 5 lenti, per creare il nuovo standard delle
ottiche da proiezione, con una resa brillante e incisa, in grado di
riprodurre tutti i passaggi tonali, tipici delle diapositive. Inoltre,
fattore fondamentale nella proiezione su grande schermo, il Colorplan
presentava una eccezionale uniformità di illuminazione su tutto il
campo. Il nuovo obiettivo, dotato per inciso di vetri ad alta
rifrazione e bassa dispersione, fu messo in vendita nel 1960, in
versione totalmente cromata, peso notevole di 225g causa la costruzione
interamente metallica, made in Germany, lunghezza fisica di 9,3cm, e
passo del tubo di 46mm. Nr cod 37010. Questo passo del tubo d’innesto
fu mantenuto sino agli anni settanta.
Successivamente (II versione) la produzione, divisa tra Portogallo e
Germania, assunse un diverso disegno del barilotto, più corto, grazie
la maggior compattezza del nuovo disegno ottico pur con 6 lenti al posto di 5 del precedente disegno, con la testa in colore
nero, e passo standard di 42,5cm. Cod 37005 e prezzo nel 1992 di
246.000 Lire.
Mentre il primo disegno aveva una strettissima derivazione dell'Elmarit
90/2,8 R da ripresa, il secondo disegno, di derivazione Ernostar,
mostra una impostazione ripresa dalle ottiche Kern-Switar per cineprese
Bolex-Paillard.
Dai brevetti originali di Mandler si nota chiaramente la stretta
parentela tra lo Elmarit 90/2,8 R da ripresa e il Colorplan 90/2,5 da
proiezione, praticamente molto simili in tutto.
La produzione portoghese è apparsa sempre leggermente più economica,
specie nella parte anteriore, in plastica, anche se con prezzi
d’acquisto pari a quella tedesca, che presentava invece la parte
anteriore in alluminio. Inoltre all’ interno del barilotto la
produzione Germany (190g) appare più curata con elementi anti riflesso.
Tuttavia anche nella produzione Germany si riscontrano notevoli
differenze costruttive, con esemplari interamente in metallo con peso
standard appunto di 190g ed altri con parte anteriore in plastica di
soli 110g. Pertanto i risparmi costruttivi non appartengono solo alla
produzione portoghese.
Questa seconda versione, replicata in
numerose varianti specie nella testa anteriore, con insioni variate,
con tubo lungo tra i 7,5 e gli 8cm, possedeva 6 lenti in 4
gruppi, e si divide in Colorplan P (110g) e Colorplan P2, in base alle famiglie di proiettori cui è dedicata. La versione Colorplan P2
(per i proiettori Pradovit P) possiede un design diverso con testa
svasata, cod 37512, costruzione interamente metallica, tubo lungo
9,3cm, peso di180g, anche se made in Portugal. Dal punto di vista
costruttivo sicuramente il miglior Colorplan portoghese. Esiste anche
la versione Colorplan P2 CF, Curved Field. Il Super Colorplan P2 possiede prestazioni teoricamente più elevate rispetto al Super Colorplan, ma non è facile da trovare.
Il Super Colorplan
possiede una correzione complessivamente più spinta, specie ai bordi del
fotogramma, anche se le differenze in proiezione sono da ricercare nei
particolari e non nella visione complessiva. Made in Portugal
con un
peso di 180g. Prezzo nel 1992 di 440.000 Lire. A ns parere il
miglior obiettivo da proiezione in assoluto con il Colorplan P2 (o
Super Colorplan P2), per costruzione e rendimento complessivo.
Il Colorplan CF (Curved Field)
del 1982 (cod 37015) possiede una correzione particolare in base alla quale
l’ottica corregge la curvatura di campo che avviene quando il telaietto della
diapositiva, tipicamente quello in cartone fornito dalla Kodak per i suoi
Kodachrome, incomincia ad incurvarsi per effetto del calore della lampada del
proiettore. Made in Portugal, peso
110g. Pertanto non adatto ai telaietti con vetro. Prezzo identico al Colorplan
normale. Personalmente non abbiamo mai ottenuto buoni risultati con questa
ottica.
Le ultime realizzazioni, sono
marcate LEICA e sono made in Germany.
Molto diverso è il Colorplan 110,
50mm f/2,5, costruito per equipaggiare il proiettore Pradovit Color
110: si tratta di un obiettivo lungo 5,5cm e dal peso di soli
90g, causa il barilotto in alluminio e la testa ottica in plastica.
Molto raro e dalla vita brevissima, in quanto la Leitz fornì questo
proiettore per un tempo limitato, rinunciando al progetto di offrire un
sistema per il formato 110.
Citiamo a titolo di completezza i
due Colorplan e Super Colorplan PRO
(cod rispettivamente 37354 e 37355) che si innestano solo nei Pradovit RT a
caricatore circolare, con diametro canotto di 52mm. Si tratta di obiettivi rarissimi cui normalmente,
dall’utenza professionale cui era destinata questa serie, viene preferito lo
zoom Vario Elmaron Pro 100-300, per la maggior versatilità.
In definitiva il Colorplan 90mm,
a 50 anni dalla sua presentazione, grazie alla sua struttura senza compromessi,
rimane l’ottica di riferimento nel settore della proiezione. Infatti la
risolvenza centro.bordi rimane la più alta tra tutte le ottiche da proiezioni
sul mercato, mentre la luminosità complessiva è elevatissima e viene affiancata
solo da ottiche Zeiss e Kodak di pari livello di prezzo. Aberrazioni totalmente
assenti.
Infine una nota d’uso: tutte le
ottiche Colorplan citate, utilizzate contemporaneamente per un confronto, hanno
offerto risultati (su uno schermo di 2 metri di base) quasi perfettamente
sovrapponibili, segno che le differenze di peso e di costruzione, in realtà normali
avvicendamenti industriali, non hanno inciso sul rendimento finale.