ELMAR 50mm f/2,8

PP.Ghisetti







Nel 1957 viene presentato il nuovo obiettivo normale Elmar 50/2,8, con mezzo diaframma in meno di luminosità rispetto alla versione classica f/3,5, che ha accompagnato, quasi da subito, gli apaprecchi Leica sin dal loro apparire. La versione con innesto a vite 39x1 possiede il cod ELMOO. I primi esemplari presentano ancora la vecchia denominazione di 5cm.
Contemporaneamente viene presentata la versione a baionetta M, cod ELMOM/11112, che verrà realizzata sino al 1974, in 38.757 esemplari (contro i 27.357esemplari della versione con innesto a vite).
La discrepanza produttiva è facilmente spiegabile con l'anno di introduzione del nostro Elmar, ovvero lo stesso della IIIg, di cui è il perfetto compagno, l'ultima Leica con innesto a vite.
L'ottica è rientrante e pesa 220g, diaframma con iride circolare, chiude sino ad f/16, è presente il campanello per il blocco della messa a fuoco all'infinito e la mdmaf è di 1 m.

La distanza di messa a fuoco è inizialmente indicata in feet, poi successivamente in metri ed infine con doppia scala.
Paraluce ITOOY.

Sopra l'Elmar 50/2,8 con scatola e campana protettiva in plastica.






Sotto: la versione passo a vite 39x1m dell'Elmar 50/2,8, montata su una IIIg dotata di Leicavit. Questa versione è tecnicamente identica a quella con baionetta M.




Rispetto alla versione f/3,5 questa ottica possiede la prima e l'ultima lente al Lantanium Crown LaK9 (già utilizzato nel Summicron 50mm versione 7 lenti), caratterizzato da alta rifrazione e bassa dispersione, che hanno modificato tutto l'equilibrio del sistema ottico. Nel doppietto posteriore, al posto del vetro BK7 (presente nella versione f/3,5) vengono utilizzati appunto lo LaK9 in abbinamento allo Extra Long Flint LLF6. Solo la seconda lente utilizza lo stesso tipo vetro della versione f/3,5, un Flint F15 al posto di un F5.
Quindi la versione f/2,8 dell'Elmar 50mm è totalmente diversa dal predecessore f/3,5, e non solo per il mezzo stop di luminosità in più, ottenuto proprio grazie al vetro Lak9.






Tuttavia il tentativo di superare la classica luminosità di f/3,5 con uno schema Elmar, si è scontrato con alcuni prezzi da pagare, come è avvenuto in casa Zeiss ad esempio: a TA si evidenzia, vedi MTF sopra,  una buona dose di aberrazione sferica abbinata a flare, la cui combinazione contribuisce ad abbassare nettamente il contrasto. Questa limitazione è tuttavia bilanciata dalla resa tra f/4 e f/5,6, ove il nostro Elmar sorpassa la vecchia versione a f/3,5, almeno al centro fotogramma. Il fatto che i bordi siano sovracorretti, rispetto al centro fotogramma, (mentre nella versione f/3,5 si assisteva ad una notevole uniformità su tutto il fotogramma) influisce non positivamente nel giudizio generale, in quanto lo sguardo cade automaticamente al centro del fotogramma. Tuttavia a f/5,6, ribadiamo, la resa è veramente elevata.
Pertanto è un obiettivo adatto al ritratto a TA e complessivamente al b/n,




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Nel 1994 viene presentata una nuova versione dell'Elmar 50/2,8, in versione cromata, per accompagnare la Leica M6J, in 1640 esemplari, uno per ogni macchina prodotta. Questi esemplari si segnalano rispetto ai successivi, per il falso campanello di blocco, in realtà una levetta per movimentare la messa a fuoco.
Nel 1995 l'ottica viene messa regolarmente in vendita con cod 11823, in versione cromata, e cod 11831 in versione nera.



M6J con Elmar 50/2,8, notare il falso campanello.


Elmar 50/2,8  con i rispettivi paraluce di serie con innesto a vite, cod 12549 cromato e12550 in versione nera.


a sinistra: le due versioni moderne col progenitore del 1957


 Altre due serie speciali su cui è stato montato l'Elmar 50/2,8: la versione Jaguar in 50 esemplari (1998), e la Anton Bruckner del 1996. Notare in entrambe la mancanza del campanello.


La quarta serie speciale su cui è stato montato il ns Elmar è stata la M6 50Jahre Optik


Esiste inoltre un prototipo in versione al Titanio, mai messo in regolare produzione.





Dati tecnici: mdmaf a 70cm, filtri E39, diaframma a 6 lamelle, peso170g/200g col paraluce
Prezzo nel 1995 di 2,1 milioni di lire, poi nel 2001 a 800E.
Pur con uno schema a 4 lenti, il disegno di quest'ottica è del tutto nuovo con resa secca e decisa già a TA, tra f/5,6 e f/8 la resa è di altissimo livello, con alto microcontrasto anche ai bordi (notare la curva in basso nell'MTF come sale chiudendo il diaframma).

Distorsione nulla e vignettatura molto ridotta, grazie anche alla grande lente anteriore in Lantanium Flint, nr808452, di progettazione Leica (vedi schema ottico sopra). Questo vetro, insieme agli altri 3 moderni vetri, ha consentito di ridurre la curvatura delle lenti, minimizzando le aberrazioni.
Inoltre è stata spostata la posizione del diaframma, rispetto alla versione storica, ora posto dietro il doppietto collato.
Un caso lampante di come un progetto del secolo scorso possa essere rivitalizzato con nuove tecnologie ottiche.
Ottimo per paesaggi e fotografia generica, grazie anche alla straordinaria compattezza, una volta rientrato.
Estremamente consigliabile quando non si richede una particolare luminosità.


Infine anche il Centro Studi di Progresso Fotografico certifica le grandi qualità di quest'ottica